L'insegnamento che ci danno le forme più moderne di interazione digitale on line ci inducono a rivedere le regole tradizionale della comunicazione: a sostenerlo con convinzione è Elisabetta Mughini, dell'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica, che nel suo intervento ricorda come grazie alla rete si stia oggi sviluppando una nuova filiera di conoscenze: basta riflettere su come YouTube stia dando spazio a filmati di altissima definizione e su come, quindi, il fruitore si sia trasformato da consumatore a produttore di contenuti. In questo modo le nuove tecnologie ci portano ad un potenziamento della nostra memoria. Che ne esce, infatti, rigenerata.
YouTube è uno strumento che esprimendo memorie ed emozioni riesce a mettere a nudo i sentimenti di chi ne è protagonista. Tanto che Mughini si pone un interrogativo, che però sembra anche una risposta:
Non è che chi produce un video lo fa semplicemente per comunicare la propria solitudine? E per farlo sceglie una strada particolare: cerca di entrare nel profondo della comunicazione esprimendo allo stesso tempo sia un concetto di stabilità, derivante dalla certezza, sia un altro di fluidità.
Un modo, in definitiva, per aggiornare e rivedere regole. Il riferimento è sempre al video creato con la webcam, ossia
l'emblema dello smantellamento della sicurezza che porta dritto alla ricerca dell'omologazione. E gli artefici di questo modello non possono che essere i giovani: in un contesto sociale così particolare sperimentando modalità, competenze e capacità espressive mettendo in difficoltà le figure istituzionali di riferimento come la famiglia e i docenti.
Il problema è che la scuola non sembra voler accettare questa situazione, questo ribaltamento dei ruoli:
In realtà il classico modello di trasmissione del sapere, sino ad oggi mai messo in discussione, dovrebbe essere rivisto da quelle stesse figure (docenti, genitori, esperti ecc.) che da sempre sono state destinate a mediare.
Per la docente universitaria fiorentina la scuola ed in generale l'istruzione è ormai immersa in un momento profetico, di prospettiva, con il docente che per forza di cose sarà costretto a rivedere il suo ruolo educativo.
Sbaglia però chi pensa che per insegnare bisogna essere attrezzati nello studio dell'informatica: la necessità per chi insegna, ma anche per chi apprende, è quella di impadronirsi del primato della conoscenza attraverso
la sperimentazione diretta: basta pensare che sino ad oggi i giornali, la televisione, il video sono stati spesso fuori dalla classe. Senza essere quasi mai sperimentati direttamente.
L'emblema del cambiamento può essere allora espresso da uno strumento di comunicazione formativa classico ma allo stesso tempo iper-tecnologico:
Basti pensare alla lavagna multimediale, che rappresenta l'interfaccia alla fonte diretta: così come la utilizziamo in diefinitiva dall'Ottocento ad oggi.
L'intervento è tratto da:
- Media Duemila, dicembre 2008/gennaio 2009, p. 32
L'immagine appartiene a:
- Wikipedia
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