lunedì 26 gennaio 2009

La metropoli incantata. Libro e teatro come pubbli-città, di Mario Morcellini

Il libro fa spettacolo. Si sta profilando, dunque, e per molti versi già c'è, un fenomeno contrastante con le previsioni dei catastrofisti culturali. L'aspetto innovativo è che fa spettacolo il libro-pubblico, inteso come deposito di stimolazioni non solo personali, la cui forza deriva dalla tradizione ma anche dal suo incrocio con la sensibilità dei moderni. Più esattamente, è il testo al centro di questo nuovo Rinascimento, messo in scena nelle piazze d'Italia, quasi a unificare nella percezione collettiva la rappresentazione teatrale e la lectura Dantis vissuta come evento. Se questa non è rivoluzione...

Il tempo-libro. Leggere i nuovi significati della lettura
Città da sfogliare, lo slogan recente di una fiera letteraria che ha collegato diverse città, è al tempo stesso realistico e disegna una tendenza. Il radicale cambiamento nel valore della lettura consiste nel superamento della sua dimensione esclusivamente intima. Un consumo quasi inconfessabile. Nelle ultime righe del prologo a Il nome della rosa, descrivendo le consolazioni dell'uomo di lettere, Eco attribuisce a Tommaso da Kempis la seguente divisa: "In omnibus requiem quaesivi, et nusquam inveni nisi in angulo cum libro". Ora se c'è un dato certo nei nostri tempi è che la lettura esce dall'angolo (Morcellini, Gavrila in Morcellini 2005). Mentre in passato il libro sembrava troppo spesso il simbolo del ripiegamento e di una vocazione alla solitudine, spesso costruita sotto il peso di sconfitte pubbliche o private, ai moderni l'esperienza della lettura sembra troppo potente per trincerarla solo dentro la fortezza dell'individualismo. Cambia così la natura del libro: da presidio dell'individualismo, a risorsa intersoggettiva e sociale. E' in questa alchimia di valori personali e pubblici che si determina il nuovo significato della cultura - qualunque sia il suo format produttivo - nello spazio urbano.
Trasformata in spazio da leggere e da riscoprire, la città si presta ancora di più alla produzione di sensazioni, di emozioni, di miti, di suoni e di immagini inedite.


L'uomo d'oggi va sempre più alla ricerca di nuove possibilità di identificazione e di espressione della propria personalità, riscoprendo nella lettura una diversa possibilità di mettersi in discussione e sincronizzare lo spirito della socializzazione - proprio soprattutto dei giovani - con l'anima della cultura.
E' così che la città si pone come un display a caratteri mobili di quel che s'intravede oltre l'esperienza della vita quotidiana, trasformandosi in scena dove i protagonisti si confondono con gli spettatori, tutti coinvolti nel leggere e nel farsi leggere tra le righe del nuovo spazio urbano "sfogliato". Il libro steso cambia volto entro la metropoli che lo rimette al centro dell'agorà: non più una fatica, un dovere, ma una passione riscoperta. Lo conferma anche il rapporto Censis del 2005, che vede l'abitudine e la noia quali spiegazioni per la lettura, sostituite da indicatori più espressivi della modernizzazione dei comportamenti culturali, come la passione (dal 31,3% nel 2001 al 47,1% nel 2005), l'interesse (dal 33,8% al 38,5% nello stesso quinquennio) e il bisogno di svago (dal 37,9% al 39,6%).
La lettura, associata intuitivamente, fino a poco tempo fa, alla categoriadei consumi d'élite, quasi "interdetta" per la maggior parte degli italiani, all'improvviso, grazie anche all'intuizione di alcuni manager illuminati e a un nuovo clima culturale, diventa protagonista del dibattito pubblico oltre che esempio illuminante di un rinnovato marketing culturale.

Il proscenio metropolitano alla riscoperta del teatro
Anche per il teatro bisogna saper coltivare una lettura audace dei dati: l'incremento dell'interesse del pubblico, concretamente leggibile dall'aumento della spesa del pubblico, che supera il 3% di variazione nel primo semestre del 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006 (SIAE 2007). Colpisce il Wpaniere" entro cui il trend si manifesta: mentre in passato capitava qualche anno di impennata, ma gli andamenti della lettura, del teatro, delle mostre, dei musei e del cinema presentavano risultati altalenanti, da qualche anno si afferma "il pacchetto": questi modelli di consumo culturale tendono a presentare le stesse caratteristiche di incremento quantitativo.


La fruizione di quella cultura che si autodefiniva d'élite conosce un processo di significativo allargamento delle sue basi sociali, imperniato proprio sullo smantellamento dei confini tradizionali del pubblico del teatro. E se questo fenomeno, come abbiamo visto, coinvolge anche l'esperienza della lettura, è difficile non scorgere la matrice accomunante: il recupero del bisogno di sognare, ma anche un'appropriazione diversa del rapporto tra realtà e rappresentazione, facendo dell'andare a teatro o della lettura simboli di una società più ricca e al tempo stesso democratica, in cui l'esperienza diretta della diversità non contrasta con la voglia di comunità.
La passione per il teatro e per la lettura, luoghi tradizionalmente deputati a coniugare realtà e immaginazione, diventano elemento di condivisione e aggregazione. I moderni, alfabetizzati ormai alla scuola di Internet, continuano i percorsi virtuali, passando dalla Rete delle Reti alla rete di relazioni metropolitane e culturali, altrettanto rappresentative per la costruzione delle comunità immaginate.
Nella nuova modernità dei linguaggi, la parola - scritta o messa in scena - si riveste di significati profondamente trasversali alle varie evoluzioni dei mezzi di comunicazione, riacquisendo il suo grande valore di depositario di forme organizzate di memoria individuale e collettiva. Persino di quella tradizione che fa della stessa città oggetto di riflessione e di ispirazione poetica. La città quale mondo nuovo diventa lo spazio più aperto alla diffusione culturale e letteraria. Le moderne metropoli si ridisegnano, dunque, quali luoghi privilegiati per la manifestazione del fenomeno collettivo tornando a diventare luoghi di espansione di una nuova socializzazione culturale.
A ciò si aggiunge una singolare e innovativa geografia della fruizione del teatro, che vede finalmente ridimensionate le barriere tra il Nord e il Sud e una straordinaria diversificazione nella galleria dell'offerta, con forme di rappresentazione "minori" e "periferiche". non meno importanti del punto di vista del rinnovamento espressivo.

L'intervento è tratto da:
- Treccani Scuola

Le immagini appartengono a:
- www.castellopico.it
- www.flickr.com
- www.intoscana.it

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