La teoria ipodermica, o bullet theory, fa riferimento a un modello comunicativo che si caratterizza per una relazione diretta e univoca che lega lo stimolo alla risposta. Tale modello si configura come il primo tentativo di individuazione del rapporto esistente tra media e individui. E' un modello di grande semplicità che rispondeva all'esigenza conoscitiva di stabilire un nesso, anche estremamente semplice, tra il momento della veicolazione del messaggio e quello della fruizione.
Unanimemente collocata dagli studiosi nella fase iniziale delle riflessioni e degli studi sulle comunicazioni di massa, la teoria ipodermica ha goduto di uno strano destino. Definita dai Lang1 come una teoria che "never was", a causa della profonda estraneità mostrata dagli scienziati sociali, la teoria ipodermica è stata più volte recuperata, laddove si voleva enfatizzare il carattere massificante e manipolatorio delle comunicazioni di massa.
Con la teoria ipodermica, il potere dei media sembra non avere ostacoli nel voler imporre la volontà di chi li governa agli individui della massa. I postulati su cui essa si fonda sono i seguenti:
4) i messaggi veicolati sono ricevuti da tutti i membri nello stesso modo
3) gli individui sono indifesi di fronte al potere dei media
2) i messaggi veicolati sono potenti fattori di persuasione, in grado di introdursi all'interno degli individui con le stesse modalità di un ago ipodermico
1) il pubblico è una massa indifferenziata, all'interno della quale si trovano individui in una condizione di isolamento fisico, sociale e culturale
Gli individui, dunque, risultano soli, privi di reti di protezione, esposti senza scampo agli stimoli esercitati dai media.
In questo vuoto, i messaggi veicolati dai mezzi di comunicazione hanno gioco facile a colpire con un proiettile magico gli individui ad essi esposti. D'altro canto, non essendovi barriere a fermare la traiettoria del proiettile, gli individui risultano indifesi e preda dei messaggi mediali, che vengono ricevuti in modo standard da tutti i destinatari. Ciò che sorprende nella formulazione di questo modello è l'assoluta semplificazione del rapporto comunicativo, ridotto a mero automatismo quale quello che consegue alla somministrazione di uno stimolo al cane di Pavlov. Nessuna traccia, invece, di una qualche forma di potere ascrivibile ai destinatari, ridotti a mere comparse sulla scena organizzata e gestita dalle istituzioni mediali.
1 Lang K., Lang G., Mass Communication and Public Opinion,1981
Il contributo è tratto da:
- Bentivegna S., Teorie delle Comunicazioni di Massa, Laterza, Roma, 2003
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mercoledì 11 marzo 2009
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