martedì 3 marzo 2009

Maxwell McCombs e Donald Shaw - La teoria dell'Agenda Setting

La teoria dell'agenda setting si inserisce negli studi mediali socioscientifici, ossia in quell'ambito di ricerca che tende ad analizzare gli effetti che i mezzi di comunicazione producono nei confronti del pubblico.

Secondo la teoria dell'agenda setting, sviluppata da McCombs e Shaw nel 1968, i mass media costruiscono un'agenda di temi per l'opinione pubblica attraverso l'enfasi assegnata a determinati ambiti. Secondo i due studiosi esiste un'evidente correlazione tra il grado di copertura che i mass media adottano per gli eventi che accadono e la rilevanza che le persone attribuiscono agli stessi eventi.

Siamo lontani dalle teorizzazioni di un'influenza persuasoria dei media nei confronti del proprio pubblico, e ciò emerge direttamente dalle parole dei due autori:


L'ipotesi dell'agenda setting non sostiene che i media cercano di persuadere.
[...] I media, descrivendo e precisando la realtà esterna, presentano al
pubblico una lista di ciò intorno a cui avere un'opinione e discutere. L'assunto
fondamentale dell'agenda setting, è che la comprensione che la gente ha di gran
parte della realtà sociale è mutuata dai media.

Shaw, D. L. & McCombs, M. (1977). The Emergence of American Political Issues: The Agenda-Setting Function of the Press. St. Paul: West


Per applicare empiricamente la teoria dell'agenda setting, è utile prendere in considerazione, fra le tante, una ricerca pubblicata su www.agendasetting.com, riguardante la copertura mediale di due eventi similmente catastrofici e tragici come lo tsunami nell'Oceano Indiano del dicembre 2004 ed il terremoto in Pakistan dell'ottobre 2005, e l'influenza che essi hanno avuto nell'opinione pubblica.

Secondo la ricerca, vi è stata una decisiva differenza fra la copertura mediale riservata allo tusnami e quella assegnata al terremoto. Lo tsunami ha ricevuto infatti un'attenzione decisamente ampia dai media dei paesi analizzati, che si è risolta in un altrettanto ampio sostegno economico delle audience; il pubblico, al contrario, non ha percepito allo stesso modo il bisogno di aiuto richiesto dalle regioni afflitte dal terremoto. E ciò emerge dal fatto che, in Germania ad esempio, lo tsunami ha ricevuto 666 report nei tre canali televisivi analizzati, contro i 66 riscossi dal terremoto. A questi 666 report sono corrisposti 178 milioni di dollari in donazioni private, mentre le regioni pakistane ne hanno collezionati soltanto 8 milioni.

Nell'immagine di seguito, il grafico relativo alla copertura mediale dei due eventi mostra chiaramente le differenze di trattamento.

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